La storia di FFB Brancaccio ha inizio nella Napoli dell’immediato dopoguerra, in un periodo di grande difficoltà e ricostruzione. Gennaro Brancaccio, un ragazzino di appena dieci anni, cominciò il suo percorso lavorando come garzone nella bottega di Umberto Aprea ai Vergini. Era un piccolo negozio di merceria vicino casa sua, dove Gennaro iniziò a familiarizzare con bottoni, corsetti e cerniere lampo. Grazie alla madre Maria Miccù, che chiese al titolare di prenderlo a bottega per aiutare la famiglia nella città disastrata dai bombardamenti, Gennaro scoprì la sua passione per il commercio.
Questa esperienza fu determinante per il giovane Gennaro, che lavorò nel piccolo negozio dei Vergini per sei anni, imparando i segreti del mestiere e sviluppando una dedizione e una competenza che avrebbero definito il suo futuro. Quando trovò un lavoro meglio remunerato presso la ditta Vitolo, situata nel cuore pulsante del commercio napoletano a piazza Mercato, la sua carriera prese una svolta significativa. La paga più alta permise a Gennaro di cominciare a risparmiare, e in circa dieci anni accumulò abbastanza denaro per aprire il suo primo negozio, realizzando finalmente il sogno di diventare imprenditore.
Il suo successo iniziale fu alimentato non solo dalla sua caparbietà e abilità nel commercio, ma anche dall'aiuto della Banca Monte dei Paschi di Siena, che gli concesse piccoli prestiti e fidi per acquistare le prime merci. In pochi anni, Gennaro Brancaccio divenne molto noto nel suo settore, riuscendo a vendere cerniere per ogni genere di articolo: dalle scarpe alle borse, dai borselli ai pantaloni, fino ai giubbotti. La sua politica commerciale era molto aggressiva, offrendo sconti fortissimi e andando in giro a regalare i suoi prodotti ai clienti affinché ne tastassero la qualità. Gennaro era un tipo deciso, sicuro di quello che faceva e soprattutto della qualità dei prodotti che proponeva.
Negli anni '60, Brancaccio era già un punto di riferimento in tutta Napoli, e molte marche prestigiose di abbigliamento cominciarono ad acquistare da lui: Covit, D'Errico, Madonna di Pompei, financo Marzotto. La sua capacità di far fronte a ogni richiesta e la sua dedizione nel riconoscere i prodotti migliori lo resero un imprenditore di grande successo. Fu in questo contesto che avvenne la svolta con Yoshida Kogyo Kabushiki-gaisha (YKK), il più grande produttore mondiale di chiusure lampo. Nel 1968, YKK cercava partner in Italia per ampliare la sua rete di vendita, e Gennaro Brancaccio fu scelto tra molti per la sua audacia e determinazione.
L'incontro con YKK fu organizzato da Guido Landi e Mario Tagliacozzo, e si tenne all'Hotel Gallia di Milano. Gennaro si trovava di fronte a una concorrenza agguerrita, ma riuscì a impressionare i rappresentanti di YKK con la sua storia di garzone e di commerciante. Fu scelto lui, e questa scelta si rivelò vincente. Poche ore dopo il colloquio, Gennaro ricevette un assegno di cinquanta milioni per aprire un nuovo negozio, che trovò in via Chioccarelli, al Mercato. Il risultato fu strabiliante: l'obiettivo di 60 milioni di fatturato fu raggiunto in soli tre mesi.
Questo successo clamoroso portò Gennaro Brancaccio a essere invitato in Giappone dai vertici di YKK. Durante il suo viaggio, Gennaro ebbe modo di conoscere il presidente di YKK e di stringere un legame di fraterna amicizia. Visitò le fabbriche giapponesi, ipertecnologiche ed efficientissime, e si convinse ancora di più della qualità del prodotto che rivendeva. Questo viaggio fu motivo di entusiasmo e di rinnovato slancio per Gennaro, che nel giro di pochi anni vide il suo giro d'affari aumentare enormemente.
Nel 1973, la crescita esponenziale dell'azienda costrinse Gennaro a procurarsi dei locali più grandi. Si trasferì così allo storico capannone di via don Bosco n. 13, un locale di oltre 2000 metri quadrati che divenne il primo grande locale commerciale della Yoshida nell'Italia meridionale. L'inaugurazione fu un evento memorabile, alla presenza di Tadahiro Yoshida e di numerosi illustri del settore dell'abbigliamento.
Ma le belle notizie non finivano lì. La crescita dell'azienda era inarrestabile, e nel 1982 la "Brancaccio Snc" si trasferì nuovamente, questa volta a viale Umberto Maddalena. La nuova sede, benedetta dal vescovo ausiliare di Napoli mons. Antonio Ambrosanio, divenne un punto di riferimento centrale nell'ingrosso della merceria nell'Italia meridionale. Nel 1986, la "Brancaccio Snc" partecipò alla fondazione del CIS di Nola, insediandosi nella città del commercio con un capannone che, nel corso degli anni divenne una sede all'Interporto campano. Con l’ingresso della seconda generazione: Vincenzo, Maria, Donato e Massimo danno vita alla F.lli Brancaccio S.P.A., diventando così una società per azioni, spingendosi in mercati sempre più lontani come Cina, Turchia ed India.
La F.lli Brancaccio ha continuato la sua crescita commerciale fino al 2017, quando è stata ufficialmente chiusa. I tre fratelli, infatti, sentivano la necessità di iniziare un nuovo progetto personale, per dar spazio alla terza generazione: ed è così che nel 2018 nasce la FFB Brancaccio. Federika e Francesca diventano così i nuovi volti di questa fantastica avventura che, accompagnate e guidate da Donato, continuano a portare avanti la tradizione imprenditoriale con la stessa passione, impegno e innovazione che caratterizzava il fondatore Gennaro. La nostra storia è fatta di dedizione e crescita costante, con un occhio sempre rivolto al futuro e alla continua acquisizione di competenze.
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